Viaggiando moltissimo, essendo nata bilingue e avendo sempre avuto contatti con altre culture, ho deciso di approcciarmi alla psicoterapia transculturale: l’obiettivo di tale terapia è quello di stimolare il naturale processo di ricerca del benessere e di guarigione proprio di ciascuna persona, nel rispetto della sua interezza cultuale e caratteriale. La psicoterapia transculturale studia, quindi, il rapporto tra salute mentale e cultura. La società attuale, mobile e pluralista, pone l’individuo di fronte a nuove e complesse sfide: cognitive, affettive, psichiche, spirituali ed il terapeuta transculturale è formato per coglierne la complessità insita in ogni singola persona.
Il rapporto tra mutamenti culturali, processi di adattamento e sviluppo di nuove patologie mentali trova la necessaria rispondenza nel rinnovamento delle pratiche di cura individuale e dell’intervento comunitario. Tale realtà, più evidente per gli stranieri presenti in Italia, caratterizza d’altronde anche la popolazione autoctona.
Dal 2016 sono presidente di Aipsit (Associazione italiana Psicoterapia Transculturale). Tale Associazione nasce a Milano nel novembre 2009 a cura degli ex-allievi del Corso di Specializzazione in Psicoterapia Transculturale e propone corsi di formazioni e interventi in diversi ambiti psicologici (personali, peritali, scolastici)